Oltre il 90% di chi ha frequentato un corso oggi lavora

Oltre il 90% di chi ha frequentato un corso oggi lavora


I dati sulla ricaduta occupazionale dei corsi erogati

Ogni anno Kleis Formazione effettua un’indagine sulle persone che hanno concluso un corso nell’anno precedente. I dati emersi dall’ultimo questionario sono particolarmente incoraggianti: oltre il 90% di chi ha frequentato un corso oggi lavora!

Lo strumento di rilevazione

La rilevazione dei dati avviene con l’invio di un questionario anonimo online tramite mail e whatsapp a tutte le persone che hanno concluso un corso almeno 6 mesi prima. All’indagine partecipa mediamente un quarto della popolazione presa in esame.

La ricaduta occupazionale

Il dato principale – quello che molte persone richiedono quando si informano sui nostri corsi – è la ricaduta occupazionale, ovvero quanto la frequenza del corso favorisca l’ingresso o il re-ingresso nel mondo del lavoro. È difficile ridurre un fenomeno così complesso a una semplice percentuale, perché esistono tanti tipi di lavoro, che impegnano più o meno a lungo e con mansioni diverse. Partiamo da un dato: all’inizio dei corsi i partecipanti del 2022 risultavano occupati al 47%, ovvero quasi la metà aveva almeno un impiego part time. Questo lavoro tuttavia poteva non riguardate la materia del corso. A sei mesi dalla fine del corso le persone occupate risultano essere più del 90%, per l’esattezza il 90,32% delle persone dichiarano di avere un’occupazione.
Questo significa che il 43% delle persone che nel 2022 erano disoccupate hanno trovato un lavoro negli ultimi sei mesi. Considerando che i partecipanti complessivi ai corsi del 2022 sono stati 191, proiettando la percentuale sul numero complessivo, possiamo ipotizzare che 171 persone su 191 oggi abbiano un lavoro, ovvero 82 in più rispetto all’inizio dei corsi.

La qualità dell’occupazione

Nel dato rilevato ricadono molti tipi di contratti e anche lavori che in effetti possono avere poco o niente a che fare con i contenuti del corso. Per questo il questionario chiede anche se il lavoro abbia molto, poco o niente a che fare con i contenuti studiati nel percorso formativo. Anche in questo caso il risultato è molto positivo: l’80,65% delle persone dichiarano che la propria attività è inerente al corso frequentato almeno in parte. Si deve tener presente poi che una parte del catalogo (Corso per Tatuatore, Corso per Accompagnatore Turistico, Guida Ambientale) sono rivolti per lo più ad attività da libero professionisti, quindi queste persone difficilmente potranno dichiarare un lavoro da dipendenti al 100% inerente l’argomento di studio.

I settori

Negli anni precedenti non era stato possibile fare valutazioni per i singoli settori, perché il numero dei questionari ottenuti, suddiviso per i singoli corsi, dava un campione troppo ristretto. Oggi però, aggregando i dati ottenuti dal 2019 al 2022, abbiamo un numero sufficiente di risposte per fare alcune considerazioni di dettaglio. L’analisi così aggregata conferma quello che gli operatori del settore percepiscono: il settore socio-sanitario richiede sempre nuovo personale qualificato, infatti oltre il 90% delle persone intervistate nei quattro anni lavorano come addetti all’assistenza di base o magari come OSS (chi ha fatto il corso integrativo). È interessante anche il dato dei corsi dell’ambito amministrativo-contabile (Corso di Contabilità, Corso di Segreteria Amministrativa…) che, anche se non hanno percentuali altrettanto alte di occupati, sono i corsi che maggiormente aiutano ad inserirsi. Infatti si passa da una percentuale del 45% di occupati a inizio corso all’80% a sei mesi dalla conclusione. Per il settore turistico (Corso di Accompagnatore Turistico, Corso per Guida Ambientale) si conferma l’alta richiesta del mercato ma anche la maggiore stagionalità, quindi collaborazioni o contratti più brevi e spesso l’abbinamento di due professioni che a volte sono in continuità e altre volte invece sono del tutto diverse.

I nostri consigli

Nonostante questi ottimi risultati, nella promozione delle nostre attività, non parliamo tanto dei numeri quanto delle storie individuali. La scelta di un percorso formativo infatti è importante, e riguarda soprattutto la motivazione e le inclinazioni di chi decide di impegnarsi. Nessun corso di per sé può portare a un nuovo lavoro, si tratta sempre della combinazione di una serie di elementi: preparazione tecnica, motivazione, consapevolezza del ruolo, richieste del territorio, disponibilità a imparare…
Usiamo spesso la metafora della palestra: l’agenzia formativa mette a disposizione attrezzature, docenti competenti, momenti di orientamento e tutoraggio, contesti in cui svolgere stage e laboratori pratici… Proprio come in palestra si trovano trainer, attrezzi e corsi, ma è poi il singolo partecipante che fa la differenza con lo studio e il coinvolgimento.
Per questo l’attività di Kleis Formazione è sempre incentrata su percorsi di orientamento individuale, ai quali vengono dedicati momenti di incontro gratuiti (Leggi anche: Il self marketing comincia dal curriculum) o appuntamenti presso la nostra sede, dove la Direttrice Luisa Viscomi e i tutor sono sempre disponibili. Ecco alcune delle storie individuali dei nostri corsisti, in questo caso le partecipanti al corso di Segreteria Amministrativa, che hanno avuto un ottimo riscontro nel lavoro.

La discussione sul Testo unificato

AGGIORNAMENTO: La legge è stata approvata in dicembre 2023, (leggi qui l’articolo dedicato.)
I testi riportati in questo articolo sono stati richiamati dal nuovo DDL 833: qui l’aggiornamento del 23/09/2023
Dopo nove anni di attesa e di discussioni si intravede una via di uscita dal vicolo cieco nel quale era finita la normativa per la professione della Guida Turistica. Il Senato sta lavorando sugli emendamenti al Testo unificato per i Disegni di Legge N. 1921 e 2087. Per una nuova legge sulle guide turistiche, forse è la volta buona. In questa nuovo Testo unificato i due Disegni di Legge cambiano profondamente impostazione rispetto ai due testi originali (leggi qui l’approfondimento: Nuova legge sulle guide turistiche: dalla padella alla brace?). E per fortuna, è il caso di dire. Perché per come le proposte erano impostate la legge avrebbe costituito un ritorno al passato, e avrebbe aperto a probabili nuove controversie. In questa nuova versione invece si accolgono molte novità, con un compromesso che sembra attuabile.

Il carattere nazionale del titolo di guida turistica

Il testo conferma in modo inequivocabile il carattere nazionale del patentino di guida turistica. Questo era il nodo che aveva portato a un provvedimento europeo e poi al blocco dell’accesso alla professione. Se la legge sarà approvata finalmente sarà istituito un Elenco Nazionale delle Guide Turistiche italiane (Art 5).

L’elenco nazionale

L’elenco, affidato al Ministero del Turismo, sarebbe aggiornato con la specifica delle specializzazioni tematiche o territoriali, e delle lingue straniere per le quali ogni guida sarebbe abilitata.

definizione della professione

L’articolo 2 descrive la guida turistica come “il professionista che abbia conseguito (..) il titolo idoneo a illustrare e interpretare (..) i beni materiali e immateriali che costituiscono il patrimonio storico, culturale, religioso, architettonico, artistico, archeologico e monumentale italiano.” È significativo il terzo comma dell’Art.2, che introduce l’idea che le guide turistiche possano conseguire ulteriori specializzazioni, tematiche o territoriali, attraverso i corsi di formazione riconosciuti dalle regioni.

Accesso alla professione

Per accedere alla professione di Guida Turistica sarà necessario superare un esame di idoneità annualmente indetto dal Ministero del turismo. Le caratteristiche dell’esame dovrebbero essere definite dal Ministero stesso entro 180 giorni dall’approvazione della legge, con apposito decreto.

Requisiti di accesso

Questa è una delle novità più rilevanti rispetto alla normativa precedente. L’Art.6 introdurrebbe infatti la necessità di aver conseguito una laurea triennale per poter accedere all’esame di idoneità. Le classi di laurea ammesse sarebbero specificate entro i 60 giorni successivi all’approvazione della legge con un apposito decreto del Ministero del turismo.

Corsi di formazione e specializzazioni

L’Art. 7 è dedicato ai corsi di formazione e specializzazione. Questi corsi di competenza regionale avrebbero una durata di 650 ore, i partecipanti dovrebbero essere Guide Turistiche già abilitate, le quali potrebbero in questo modo iscriversi a sezioni speciali dell’elenco nazionale. Queste specializzazioni potranno riguardare sia le competenze territoriali (approfondimenti su una specifica città, su una provincia o una regione – la divisione dei territori non è ancora specificata), ma anche determinate competenze trasversali o settori specifici. L’Art. 2 in particolare specifica che le specializzazioni possono caratterizzarsi: a) per settori culturali, artistici, artigianali, tecnico-scientifici ed enogastronomici; b) per la didattica museale e le specifiche tecniche di comunicazione con persone diversamente abili, nonché per altri settori culturali e tecnici utili all’esercizio della professione Si tratterebbe pertanto di corsi molto impegnativi, se si pensa che sono rivolti a persone con laurea triennale, che già hanno dimostrato un’adeguata preparazione sulla storia dell’arte e altre materie di competenza delle guide turistiche.

Codice Ateco

L’Art. 8 specifica l’impegno del Ministro dello sviluppo economico di individuare un codice ATECO (Classificazione delle Attività Economiche dell’Istat) specifico per le guide entro i 60 giorni dall’approvazione della legge. Viene confermata la gratuità per le Guide Turistiche negli ingressi ai musei e a tutti i luoghi della cultura di gestione sia pubblica che privata (Art. 9).

LE guide europee ed extraeuropee

L’Art.4 è dedicato alle guide turistiche di altri paesi. Quelle abilitate in un altro paese europeo potrebbero operare occasionalmente in Italia, e in via stabile integrando la formazione (in modalità da specificare con successivi decreti). Questo è un altro nodo controverso, che aveva mosso molte associazioni verso un atteggiamento “protezionistico”.
La proposta reintroduce quindi una forma di specializzazione territoriale, ma questa sarebbe successiva all’abilitazione delle guide. Una soluzione che potrebbe coniugare la necessità di “misurare” la specializzazione territoriale delle guide stesse, con la necessità di garantire la libera concorrenza a livello nazionale.

Le prese di posizione ostili

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni di alcune associazioni di guide turistiche locali, che si sono subito schierate in toto contro la legge in discussione. Le rimostranze espresse sono sempre le stesse: no alle guide straniere, no alla guida nazionale, no ai corsi di qualifica. Non sarebbe nemmeno un ritorno al passato, dal momento che le guide di un tempo si qualificavano con i corsi, e con un titolo di studio spesso più basso della laurea triennale.
Speriamo che questa volta certe voci vengano riconosciute come anacronistiche, e che si stringano i tempi per dare risposte a tante persone, giovani e meno giovani, che vogliono lavorare nel turismo con competenza e passione.
Stop al divieto di diventare guide turistiche

Il mix formativo: lezioni in aula, lezioni sincrone online, lezioni asincrone, escursioni e tirocinio

Il corso per guida ambientale di Kleis Formazione, anche durante il periodo pandemico, ha sempre previsto molte lezioni in esterna. Adesso però un accordo interregionale ha stabilito che, con la fine del periodo pandemico, non sarà più possibile erogare corsi di formazione riconosciuta completamente online. Per questo Kleis Formazione ha progettato una nuova formula del Corso per Guida Ambientale, con un mix che sfrutta tutte le modalità formative. Il percorso formativo per diventare Guida Ambientale è molto impegnativo e prevede complessivamente 600 ore di formazione. Le persone si avvicinano a questa qualifica da percorsi professionali e di studio diversi.
Per poter conseguire il titolo è necessario dedicarci un periodo che va da un minimo di 5 mesi (nell’edizione FULL TIME) a uno di 8 mesi, spesso coniugando la formazione con gli impegni professionali e familiari.

LE NOSTRE LINEE GUIDA

Per questo nella nuova progettazione abbiamo voluto sfruttare tutte le modalità formative, in modo da poter coniugare al meglio le diverse linee guida che ci siamo posti:
  • Massimizzare la docenza sul campo con le escursioni (approfondimento qui);
  • Minimizzare le trasferte con una quota di lezioni online;
  • Massimizzare l’efficacia formativa con l’interazione in aula (ne parliamo qui);
  • La personalizzazione dello stage per venire incontro alle esigenze del singolo partecipante;
  • Il confronto con molti professionisti, con il coinvolgimento di sei guide ambientali nel corpo docente.

La struttura del corso

La nuova versione del corso è articolata così:
  • 106 ore di lezioni online sincrone;
  • 26 ore di FAD (formazione online asincrona);
  • 388 ore di lezione in presenza (di cui circa 220 in escursione);
  • 80 ore di stage;
  • Esame finale di Qualifica.
Per venire incontro alle opportunità di frequenza delle persone interessate a diventare Guida Ambientale, abbiamo ampliato la programmazione delle edizioni. Ogni anno Kleis Formazione propone edizioni nella sede di Lucca e in quella di Firenze, alternando corsi FULL TIME (con lezioni molto concentrate nei giorni feriali) a edizioni con lezioni serali, pomeridiane, al mattino e al sabato. Per il dettaglio della programmazione puoi visitare la pagina del Corso di Guida Ambientale o contattare la segreteria.

LA PRESENTAZIONE DEL CORSO

Per illustrare le caratteristiche del nuovo corso, ma anche per fare una piccola esperienza di quella che è la professione di Guida Ambientale, organizziamo brevi escursioni guidate dai nostri docenti. La prossima è programmata per sabato 4 marzo, alle Parole d’Oro. La partecipazione è gratuita ma è necessario prenotare, perché i posti sono limitati. Trovi tutti i dettagli sull’evento Facebook.
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Le nostre soluzioni per sfruttare al meglio il mix formativo: in aula, online sincrona e FAD

Il triennio 2020-2022 è stato segnato da grandi cambiamenti nelle abitudini degli utenti dei nostri corsi. Docenti e discenti hanno imparato ad utilizzare strumenti nuovi per aggiornare le proprie competenze. Da settembre 2022 però un accordo interregionale ha stabilito che, con la fine delle restrizioni, non sarà più possibile erogare corsi riconosciuti completamente online. Questa disposizione apre a una nuova stagione, nella quale la formazione tornerà in gran parte in presenza, senza però perdere l’opportunità di svolgere online alcune parti teoriche dei percorsi formativi. La formazione online ha permesso di far fronte a un periodo di difficoltà, e offre l’opportunità di integrare in modo più semplice gli impegni lavorativi, quelli familiari e la formazione. Tuttavia, come già argomentato (leggi: Il ritorno alla formazione in aula) la formazione in presenza garantisce una maggiore efficacia per una serie di fattori:
  • maggiore livello di attenzione
  • maggiore confronto tra colleghi
  • possibilità di interazione fisica
  • comunicazione non verbale potenziata
  • condivisione dei momenti di pausa
  • condivisione dei materiali fisici
Le due modalità formative non devono essere necessariamente in antitesi, e anzi possono essere integrate per sfruttare il meglio dell’una e dell’altra.
Per affrontare questa nuova fase Kleis Formazione si è mossa in due direzioni:
  1. Ampliare e diversificare le edizioni su diverse sedi
  2. Riprogettare i corsi integrando diverse modalità formative

I Corsi di Kleis Formazione a Firenze

La formazione online ha permesso a molte persone di frequentare i nostri corsi anche da molto lontano, da altre regioni e addirittura da paesi esteri. Col ritorno parziale in aula ovviamente tornano i problemi logistici. Per questo ci siamo attivati per proporre nuove edizioni dei nostri corsi in due sedi della Toscana: a Lucca, dove si trova la nostra sede principale, e a Firenze. Ecco le edizioni dei corsi programmati a Firenze nel primo semestre del 2023: Per i dettagli sui corsi e altre informazioni è possibile visitare le pagine dedicate o contattare la segreteria didattica.

LA SEDE DI SVOLGIMENTO

Per le lezioni a Firenze abbiamo individuato la sede di svolgimento ideale nelle aule del Centro Convegni e Meeting Salesiani Don Bosco, in via del Ghirlandaio 40. Si tratta di una struttura molto comoda da raggiungere, vicina alla stazione Campo di Marte e con un parcheggio interno riservato a docenti e corsisti. La zona è facilmente raggiungibile anche con il trasporto pubblico (linea 6 e 14 da Santa Maria Novella a Piazza Adua). La struttura scolastica offre spazi molto ampi e attrezzati per le nostre lezioni e per gli incontri di orientamento con le persone interessate ai corsi.
Con questa nuova opportunità Kleis Formazione è in grado di offrire per ogni semestre due edizioni per ogni corso, una a Lucca e una a Firenze, con orari di frequenza diversi e alternati (mattina, pomeriggio, serali e al sabato), in modo da poter venire incontro alle tante e diverse necessità dell’utenza.

I nuovi corsi di qualifica

L’abitudine diffusa alla formazione a distanza e l’aggiornamento della normativa regionale ci hanno permesso di riprogettare i nostri corsi sfruttando un mix di modalità formative:
  • Formazione in aula con laboratori e simulazioni
  • Formazione sincrona online per i contenuti teorici
  • FAD – Formazione asincrona online, per integrare la preparazione con moduli di approfondimento
  • Lezioni in esterna per fare esperienza “sul campo”
  • Formazione o the job con i tirocini
In questo modo è possibile ridurre un poco sia il tempo totale di frequenza che le trasferte necessarie. Seguendo queste linee guida abbiamo riprogettato i nostri corsi di Qualifica: Abbiamo riprogettato anche il Corso per Agenti Immobiliari, obbligatorio per poter accedere all’esame di abilitazione presso la Camera di Commercio. È possibile consultare le pagine dei singoli corsi oppure contattare la segreteria per ulteriori informazioni.

Le differenze tra i percorsi formativi nelle diverse regioni

Abbiamo parlato di come la competenza regionale sulla formazione produca una serie di contradizioni e differenze territoriali (per approfondire: Titoli nazionali, formazione regionale: la giungla burocratica). La situazione delle Guide Ambientali merita però un focus particolare: ci sono Corsi e corsi.

I CORSI DI QUALIFICA

Per diventare Guida Ambientale è necessario frequentare un corso di Qualifica e superare l’esame finale (per approfondire: Una guida per diventare Guida Ambientale). Chi è in possesso di specifici titoli di studio può richiedere direttamente la partecipazione all’esame finale, preparandosi in autonomia. La situazione è estremamente variegata. Ci sono Regioni nelle quali la figura professionale non è nemmeno normata, quindi in quelle regioni è impossibile ad esempio ottenere il patentino. Tuttavia, trattandosi di un titolo nazionale, anche chi risiede in quelle regioni può effettuare corsi ed esami in altre regioni, e ottenere comunque l’abilitazione.

LA DIFFERENTE DURATA COMPLESSIVA

Anche dove i corsi sono riconosciuti e attivi però si riscontrano differenze enormi.
In Regione Toscana il Corso di Qualifica per Guida Ambientale è di 600 ore complessive e comprende necessariamente un periodo di tirocinio.
Altre Regioni prevedono invece corsi di 300 ore, e addirittura corsi di sole 150 ore, che non prevedono alcuno stage! In questi percorsi formativi vengono indicate un totale di 70 ore di teoria (in Toscana sono circa 500, e 70 non corrispondono nemmeno a una singola unità formativa della parte tecnico-professionalizzante).

LE DIFFERENZE SULLA PARTE PRATICA IN ESTERNA

Anche per quanto riguarda la didattica in esterna, se si sommano le ore di escursioni didattiche e quelle di tirocinio in affiancamento a Guide Ambientali, nei nostri corsi, ma anche in quelli di altre agenzie della Toscana, si effettuano circa 300 ore, a fronte delle 80 proposte in quelli che possiamo chiamare “corsi brevi”. Il Corso per Guida Ambientale è certamente uno strumento per ottenere un titolo abilitante alla professione, e tutti i percorsi riconosciuti dalle varie Regioni lo sono. Si può quindi scegliere un percorso breve e raggiungere questo obiettivo.
Noi riteniamo però che un Corso di Qualifica debba prima di tutto essere un percorso di crescita personale e professionale, che permetta non solo di fregiarsi del titolo, ma soprattutto di ESSERE una Guida Ambientale.

I contenuti

Questi sono solo i principali contenuti previsti dai corsi di qualifica della Regione Toscana: Contenuti di base:
  • normative di settore con particolare riferimento alla legislazione in materia di tutela ambientale e urbanistica riguardo alle aree protette
  • deontologia professionale
  • aspetti contabili, fiscali, previdenziali e contrattuali
  • nozioni di marketing turistico
  • elementi generali di storia, archeologia, geografia, folclore, tradizioni, usi e costumi della Toscana
  • elementi generali di chimica e biologia
  • prevenzione, infortunistica e pronto soccorso
  • zoologia
  • geologia
  • botanica
  • climatologia, meteorologia e nivologia
Contenuti tecnico-professionalizzanti:
  • sentieristica e segnaletica
  • orientamento, topografia, cartografia
  • tecniche escursionistiche
  • norme di comportamento in caso di imprevisti
  • individuazione, progettazione, realizzazione, documentazione e offerta di itinerari
  • sicurezza e primo soccorso in ambiente naturale
Contenuti trasversali:
  • gestione e conduzione dei gruppi
  • problem solving
  • comunicazione efficace
Si tratta di un corso molto impegnativo, che viene portato a termine solo da chi è veramente motivato a professionalizzarsi. Non vediamo come tutte queste materie di studio possano essere argomentate in quei percorsi di che prevedono appena 70 ore di aula, come non vediamo cosa, tra queste competenze, potrebbe in effetti essere depennato da un programma.

La qualità professionale

Il problema delle differenze regionali è radicato e non ci stupisce. È spiazzante invece vedere come associazioni di settore, che dovrebbero proteggere e garantire la qualità professionale della categoria, promuovano questi “corsi brevi” sui propri canali e vantino un contributo diretto sulla docenza, tanto che le pagine web dedicate sembrano quelle di un’agenzia formativa, piuttosto che di un’associazione di categoria.
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L’ultima rilevazione indica che più dell’80% di chi ha frequentato un corso oggi lavora.

Fin dalle prime edizioni i corsi di Kleis Formazione hanno prodotto un’ottima ricaduta occupazionale. Viste le difficoltà del periodo pandemico però non ci aspettavamo che questi dati potessero addirittura migliorare. È quanto emerge dalla rilevazione annuale ripetuta a luglio 2021. Al sondaggio ha risposto il 24% del totale del campione, ovvero di chi nel 2020 aveva concluso un percorso formativo tra i seguenti: Segreteria Amministrativa, Contabilità e Bilancio, Accompagnatore Turistico, Receptionist, Agente Immobiliare e Addetto all’Assistenza di Base.   Un breve riassunto in video

I risultati del sondaggio

Come illustrato nel seguente grafico, all’inizio dei corsi le persone occupate (a tempo parziale o pieno) erano il 46,2%, e altrettanti erano i disoccupati. Occupati prima del corso Di questi, più dell’80% hanno cercato attivamente un nuovo impiego nei sei mesi successivi al termine del corso. Questo significa che anche molte delle persone che lavoravano, avevano intenzione di cambiare settore, magari proprio grazie alle nuove competenze acquisite. Emerge quindi che il 19% ha partecipato al corso per consolidare la propria posizione lavorativa con un aggiornamento di competenze.   Chi ha cercato lavoro
Oggi le persone occupate (a tempo parziale o pieno) solo l’80,7%. Gli occupati totali sono quindi quasi raddoppiati a seguito del percorso formativo svolto. Di questi il 69,2% lavora a tempo pieno e solo l’11,2% (per scelta o per necessità) lavora a tempo parziale. 
Chi lavora oggi Altra considerazione importante riguarda il merito del lavoro trovato, perché molte potrebbero essere attività “parallele”. A questo proposito il 60% risponde che il lavoro che svolge è completamente in linea con quanto studiato nel corso, e il 16% risponde che è in parte correlato. Pertinenza dei contenuti

I settore con più ricaduta occupazionale

Queste percentuali non sono analoghe tra i partecipanti ai diversi corsi. Come c’era da aspettarsi per gli Accompagnatori Turistici le opportunità nel 2020 sono state ben poche, e tuttavia qualcuno è riuscito ad avviare una prima collaborazione. Sempre nel settore turistico si rilevano però le assunzioni a tempo pieno di molti frequentanti del corso per Receptionist, in linea con quanto avviene per tutti i corsi orientati a ruoli amministrativi (Segreteria Amministrativa e Contabilità e Bilancio).
Il corso di Contabilità si conferma essere uno dei percorsi con la più alta ricaduta occupazionale.
Spesso nella fase di orientamento le persone temono di non potersi occupare di contabilità, se non hanno avuto un percorso scolastico apposito. La nostra esperienza, e quella dei nostri corsisti, dice il contrario. Con un’ottima preparazione e con tanto impegno questo settore offre molte opportunità, specialmente alle donne. Per finire, il corso di Addetto all’assistenza di base vede il 100% di persone occupate, tra quelle che hanno risposto al sondaggio. Anche in questo caso la crisi pandemica ha provocato una crescita immediata della richiesta di queste figure, che già trovavano una buona percentuale di inserimento.

“Tanto lavorano solo gli OSS”?

Spesso le persone sono indecise tra l’intraprendere il corso per ADB (Addetto all’Assistenza di Base) o tentare direttamente il corso OSS con l’esame presso la ASL.
Questi numeri sono l’indicazione più evidente su come sia meglio procedere. Con la qualifica di ADB, specialmente in questa fase, è possibile lavorare subito, per poi eventualmente prendere anche la qualifica di OSS con il corso di integrazione.

Numeri che danno forza

Nei nostri percorsi di orientamento non parliamo mai di percentuali di assunzione, perché riteniamo che la formazione sia fatta più di storie individuali che di grandi numeri. Nella buona riuscita di un corso ci sono infatti tanti ingredienti che dipendono dal frequentante stesso, dal suo impegno, dalla passione e dalla determinazione. Vista la situazione complessiva però questi numeri ci rendono particolarmente orgogliosi, perché dimostrano che, anche nei periodi più difficili, lavorando con impegno e investendo nelle proprie qualità si possono ottenere risultati importanti.

Giugno 2021: si è conclusa la prima edizione del corso con la qualifica di 14 nuove guide ambientali!

Il 29 giugno si è conclusa, con l’esame finale, la prima edizione del corso per guida ambientale. Le lezioni erano cominciate a settembre 2020, quando tutti speravamo che la situazione pandemica potesse restare sotto controllo. Invece dopo poche settimane sono tornate le restrizioni, ma questo non ha impedito lo svolgimento del percorso formativo. Le lezioni teoriche si sono svolte su ZOOM, con sessioni simultanee online per due sere a settimana, mentre il sabato il gruppo si spostava in varie zone del nord della Toscana, per le lezioni in esterna.
Quando finalmente abbiamo incontrato di nuovo i partecipanti in sede, di persona, ci siamo trovati davanti dei professionisti.
Dopo tante ore di studio e di pratica ognuno aveva sviluppato una propria consapevolezza del ruolo. Soprattutto questa, insieme alle tante informazioni apprese, è emersa in sede di esame.

L’esame

Il primo giorno si è tenuta la prova pratica in esterna, che la commissione ha scelto di svolgere a San Lorenzo a Vaccoli. Nel pomeriggio il gruppo è rientrato in aula per la prova scritta. Nel secondo giorno d’esame invece si sono svolte le prove orali, cominciando dall’illustrazione della tesina che ogni partecipante aveva compilato. Si tratta di lavori molto variegati, per lo più incentrati su un itinerario, ma anche su aspetti specifici di una materia (botanica, geologia etc..). Siamo certi che il materiale preparato, in molti casi, potrà essere di supporto alle prime attività professionali delle nuove guide. Riportiamo a titolo di esempio i lavori di chi, oltre a una presentazione cartacea, ha preparato anche un supporto online. Stefano Franceschi e Massimiliano Morelli hanno presentato il progetto molto accurato di un’escursione all’acquedotto di Colognole, con la divertente formulazione anche del logo di una possibile futura associazione: Cacciucco Trek. Ce ne parlano nel video: Laura Trambusti ha composto un lavoro di approfondimento sulla zona dei Monti della Calvana, situati tra l’Appennino pratese e il Mugello. La pagina web MyCalvana, ricca di foto e di contenuti, illustra il territorio in modo molto efficace e organico. Silvia Paolucci ha descritto un percorso  ad anello tra il Bosco delle Fate del Monte Penna e il Santuario del Monte della Verna. Al termine della lunga esposizione (la commissione era molto interessata!) Silvia ci ha raccontato direttamente la sua esperienza: Tutti i partecipanti al corso si sono qualificati e ora stanno sbrigando le pratiche per avviare la professione. Questo periodo complicato offre anche molte opportunità, soprattutto per chi si rivolge al turismo ambientale e di prossimità.
Ci complimentiamo ancora con tutte le nuove guide ambientali e li ringraziamo per la bella esperienza formativa che hanno condiviso con noi.
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Una panoramica sulle tre proposte di legge in discussione

AGGIORNAMENTO, dicembre 2024: La nuova legge è stata approvata in dicembre 2023, (leggi qui l’articolo dedicato.)
I testi riportati in questo articolo sono stati richiamati dal nuovo DDL 833: qui l’aggiornamento del 23/09/2023
Dopo sette anni di “limbo”, il Parlamento discute tre diverse proposte di legge per regolamentare la figura professionale di guida turistica. A queste si aggiungono i pronunciamenti delle tante associazioni di categoria, che evidenziano priorità molto diverse. Abbiamo cercato di orientarci in questa selva, per capire cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro.

Leggi qui ultime novità sul nuovo disegno di legge.

Le tre proposte di legge in discussione sono le seguenti:

DDL 1921, proposto il 6 agosto a prima firma del Senatore Ripamonti (Lega) DDL 2087, proposto il 9 febbraio 2021 dal Senatore Croatti (M5S) Proposta di Legge 3088, presentata il 4 maggio 2021 a prima firma dell’Onorevole Dori (M5S) Tutte e tre le proposte convergono su alcuni punti. Tra questi l’istituzione di un Elenco Nazionale delle guide turistiche abilitate, aggiornato presso il Ministero del turismo con cadenza semestrale, e l’ingresso gratuito per le guide turistiche a tutti i siti di interesse. Nell’impianto generale possiamo dire che le prime due proposte (DDL 1921 e DDL 2087) sono quasi identiche. La principale differenza è costituita dall’articolo 7 del DDL 2087, che individua un solo codice ATECO per le guide turistiche. Tanti invece sono i temi che differenziano soprattutto la proposta di legge 3088 rispetto alle due precedenti. Vediamo i principali:

Il carattere nazionale o locale della guida turistica

Una breve cronistoria (Leggi anche: Guide turistiche interrotte) La legge europea 97/2013 ha stabilito la validità nazionale della professione di guida turistica.  Nel 2015, con due successivi Decreti Ministeriali, si era tentato di “aggirare” l’indicazione europea. I decreti re-introducendo di fatto il carattere locale della guida turistica, con l’istituzione di un elenco di “siti di particolare interesse”, per operare nei quali si chiedeva una preparazione specifica. Puntualmente l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del mercato) aveva segnalato la cosa, evidenziando in seguito anche le numerose normative emanate dagli enti locali, che limitavano (e limitano tuttora) l’operatività delle guide turistiche nazionali. Si sono pronunciate in merito la Corte Costituzionale (sentenza 271/2009), il TAR di Palermo (sentenza 867/2012) e del Lazio (sentenza 2831/2017), nonché il Consiglio di Stato (sentenza  3859/2017), che respingendo il ricorso del Ministero ha annullato i Decreti ministeriali del 2015.

Sembra incredibile eppure, dopo tutti questi pronunciamenti e dopo sette anni di attesa, i due “nuovi” disegni di legge (DDL 1921 e DDL 2087) tornano a proporre il carattere locale dell’abilitazione di guida turistica.

Anche tralasciando i passaggi precedenti, l’incoerenza emerge già dalla lettura degli articoli. Entrambe le proposte infatti, dopo aver ribadito in più punti la necessaria preparazione e abilitazione territoriale delle guide, si trovano ad affrontare la questione delle guide turistiche abilitate in altri paesi europei. Queste sarebbero titolate a svolgere la loro attività in Italia “su base temporanea e occasionale”. A parte la vaghezza di queste indicazioni, che aprono a nuove contestazioni e ambiguità, le proposte mettono nero su bianco l’intenzione da una parte di vincolare le guide italiane a un territorio specifico, e allo stesso tempo di permettere alle guide di altri paesi di operare occasionalmente senza alcuna preparazione specifica. Se questa linea dovesse essere approvata dal Parlamento, quasi certamente ci aspetterebbero altri anni di ricorsi, sentenze e annullamenti, e quindi altri anni di “limbo”, per una professione che tutti dicono di voler tutelare e promuovere.

E allora perché il legislatore insiste in questo vicolo cieco?

Stop al divieto di diventare guide turistiche Sembra evidente il tentativo di assecondare le richieste di alcune associazioni di categoria (non tutte), che vorrebbero ripristinare la guida territoriale, in modo da limitare la libera concorrenza nazionale e internazionale.
Il passaggio culturale non è per niente scontato: si tratta di interpretare il ruolo di guida turistica in modo molto diverso da quanto eravamo abituati a fare in Italia.
La guida turistica non è più la persona qualificata ad illustrare un solo specifico territorio, ma il professionista capace di contestualizzare conoscenze generali (di storia, storia dell’arte, lingua, folklore etc…) in diverse città. La guida turistica non smette mai di studiare, e questa capacità di aggiornamento sarà probabilmente l’elemento premiante sul mercato. La proposta di legge 3088, almeno su questo punto, stabilisce un passo avanti rispetto a tutta la legislazione nazionale precedente, definendo chiaramente e per la prima volta l’abilitazione nazionale delle guide turistiche, senza limitazioni di sorta. Confidiamo quindi che questa ultima proposta prevalga, in modo che in tempi brevi le persone interessate possano tornare ad accedere alla professione, e che quelle già abilitate possano lavorare con serenità e senza limitazioni.

Le professioni “confinanti” (guide e accompagnatori turistici)

Nessuna delle tre proposte di legge prende in considerazione la figura dell’accompagnatore turistico. Delle associazioni che si sono pronunciate su questi temi, solo AGILO (Accompagnatori, guide, interpreti turistici) ha posto l’accento su questa priorità. Definire gli ambiti di intervento della guida, senza contestualmente definire anche quelli dell’accompagnatore, rischierebbe infatti di penalizzare fortemente questa seconda figura. Nella pratica professionale queste due figure, presenti in molti altri paesi europei, hanno un ambito di competenza ben distinto, anche se confinante. Se il legislatore volesse in qualche modo unificare le due figure, dovrebbe almeno farlo in modo manifesto. In questo caso sarebbero tante altre le questioni da prendere in considerazione, sia nelle competenze da valutare nella fase di accesso alla professione, sia nella gestione del processo di “transizione” che coinvolgerebbe molti professionisti già abilitati come guide e/o accompagnatori. Altrimenti sarebbe opportuno cogliere l’occasione per discutere e definire a livello centrale entrambe le figure professionali.

L’accesso alla professione

Tutte e tre le proposte indicano il requisito della laurea triennale per l’accesso all’esame di abilitazione. Le prime due proposte (DDL 1921 e DDL 2087) pongono l’obbligo di frequenza di un corso propedeutico di 650 ore, che sarebbe gestito dalle Regioni in collaborazione con le Università. Per commentare questo punto è necessario richiamare l’attenzione su un fattore ha contribuito a generare la situazione di stallo in cui siamo.
I titoli professionali hanno valenza nazionale, e l’accesso ad una professione dovrebbe richiedere requisiti analoghi in tutto il territorio. Invece la formazione in Italia è di competenza regionale, e questo produce numerose discrepanze tra una regione e l’altra. Succede che, per accedere alla stessa qualifica, in una regione si debba partecipare a un esame preparandosi in autonomia, in altre si possa partecipare a corsi di qualifica di durata diversa, e in altre ancora magari quella specifica qualifica nemmeno è disciplinata.
Uno dei temi che ha portato al blocco dell’accesso alla professione era proprio la critica al sistema delle agenzie formative, molto attive in certe regioni. In Toscana ad esempio, per ottenere la qualifica, si doveva seguire un corso di 800 ore e superare l’esame finale.

Nel nuovo quadro normativo, come abbiamo visto, sarebbero già coinvolti il Ministero e le Regioni. Perché complicare ancora l’accesso alla professione coinvolgendo l’Università?

Oltretutto questa “nuova” formazione sarebbe ridotta, dalle 800 ore che già erano previste in Toscana, a sole 650. Sembra che l’intenzione sia unicamente quella di esautorare le agenzie formative con l’obiettivo non di migliorare in qualche modo la preparazione delle guide, quanto di continuare a rallentare l’accesso alla professione stessa. Si propone poi l’organizzazione di esami nazionali con cadenza annuale o biennale. In tutte le esperienze legate a qualsiasi esame nazionale, sappiamo che fine fanno questo tipo di propositi: i tempi si allungano, e si finisce per organizzare bandi a cadenza casuale e con migliaia di candidati.

I requisiti (lingua e titolo di studio)

Quali diplomi di laurea dovrebbero permettere l’accesso all’esame nazionale di guida turistica? Questo punto non viene definito. Se è vero che si pensa a un corso propedeutico, perché si dovrebbero ammettere solo alcuni percorsi di studio?  Sarebbe invece utile pensare a dei percorsi formativi estesi e completi. Chi avesse conseguito certi titoli di studio, potrebbe essere parzialmente esonerato (ad esempio chi ha sostenuto esami di storia dell’arte potrebbe essere esonerato da quelle materie). In questo modo, con una preparazione più estesa, anche chi non ha una laurea triennale potrebbe accedere all’esame di abilitazione. Sulla lingua poi si dice pochissimo. In una delle proposte (n 3088) si parla del livello minimo B2, quando nel precedente sistema, in Toscana come in altre regioni, era richiesto il livello C1. Quindi, in sostanza, si passerebbe da una formazione incentrata sul territorio, per 800 ore complessive e con il livello di una lingua C1, a corsi di 650 ore, a carattere generale e con un livello di lingua B2.

Non si capisce come, abbassando tutti i parametri, la formazione di questi nuovi professionisti dovrebbe migliorare e allargarsi a tutto il territorio nazionale.

In conclusione ci auguriamo che prevalga la proposta n 3088 per la definizione di una nuova legge sulle guide turistiche, in modo da non prolungare lo stallo di questi anni. Ma speriamo anche che questa proposta venga rivista e integrata.
Ci sembrano di nuovo interessanti le proposte di AGILO, che sostanzialmente descrivono il sistema formativo che già era attivo in Regione Toscana. Sarebbe sufficiente riprodurre quell’impianto, con un forte “spostamento” dei contenuti, non più dedicati ai singoli territori, ma estesi e integrati a tutto il territorio nazionale.   Leggi anche: Nuova legge sulle guide turistiche: forse è la volta buona Guide turistiche interrotte: l’accesso alla professione resta bloccato fino a data da destinarsi Guide turistiche: niente esami e corsi fino al 31 dicembre 2020 Guida Turistica e Accompagnatore Turistico

Le video-testimonianze degli accompagnatori turistici qualificati nelle prime edizioni del corso

Lo sappiamo, il momento è sconfortante anche e soprattutto per il settore turistico. Eppure nei contatti che ogni giorno intratteniamo con gli operatori del settore, sia per i corsi di aggiornamento che per l’organizzazione degli stage, sentiamo tante idee, tanta voglia di rinnovarsi e prepararsi per un turismo nuovo, che arriverà. Condividiamo quindi le brevi testimonianze di chi ha concluso di recente il corso per accompagnatore turistico e si è avviato a una nuova professione. Roberto Kratter ha cominciato il corso in presenza, ma lo ha terminato quando le lezioni si sono spostate online, concludendo con l’esame a settembre 2020. Lui ha fatto una bella esperienza di stage con Bike the city: Questa invece è l’esperienza di Alena, che ottenuto il patentino ha cominciato a lavorare con i flussi turistici soprattutto dalla Russia, suo paese di origine: Queste le altre testimonianze di nuovi accompagnatori turistici E altre ancora