Il turismo tornerà, ma sarà un turismo diverso

Il turismo tornerà, ma sarà un turismo diverso


Digitalizzazione e diffusione: i fenomeni caratterizzanti dei nuovi flussi turistici

Lo shock che ci ha colti a marzo 2020 ha travolto prima di tutti il settore turistico. In un primo momento si è pensato a una crisi che avrebbe pregiudicato un’intera stagione, quella dell’anno appena concluso, ma che avrebbe poi permesso di tornare alla “normalità” nell’anno successivo.
Le previsioni sono cambiate: il turismo tornerà, ma sarà un turismo diverso.
I flussi turistici potranno tornare ad essere quelli pre-pandemia solo nel 2024 (dati Iata-International Aviation). Questo lungo periodo, che coinvolgerà due o tre stagioni turistiche, non sarà tuttavia un periodo “sterile”. Sono tanti i segnali che confermano una domanda enorme, frenata da questo lungo distanziamento obbligato.

L’EFFETTO MOLLA

Come già si è potuto vedere nell’estate 2020, pur con tutte le restrizioni necessarie, non appena le normative lo hanno consentito quella domanda si è espressa in modo potente. Per questo possiamo aspettarci che, dopo un così lungo periodo di costrizioni, l’effetto “molla” della domanda turistica sarà davvero forte. L’effetto di quella “molla” sarà tuttavia ancora fortemente condizionato dalle precauzioni necessarie in questa lunga fase di vaccinazioni. È un cambiamento che non coinvolge solo il “turista”, ma più in generale la persona, ed è facile pensare che gran parte di questi cambiamenti influenzeranno le nostre abitudini per molti anni a venire. Il mercato turistico sta già evolvendo per una serie di fattori che possiamo ricondurre a due principali fenomeni: la digitalizzazione e la diffusione.

LA DIGITALIZZAZIONE DEL TURISMO

Uno dei pochi effetti positivi di questo distanziamento è stata l’incredibile accelerazione nell’alfabetizzazione digitale della popolazione di tutte le età. Se fino a pochi mesi fa una videoconferenza o un webinar erano termini e attività riservate a una piccola parte di professionisti e appassionati di novità, oggi chiunque ha avuto esperienze più o meno felici con questi strumenti. Di più: ormai ci aspettiamo di trovare un supporto video, registrato o in diretta, in moltissimi contesti. Se da una parte la digitalizzazione implica una serie di servizi ormai indispensabili per qualsiasi esperienza turistica (prenotazioni immediate di trasporti, alloggi, visite; video e audioguide che sostituiscono il cartaceo; recensioni e indicazioni etc…), dall’altra si parla sempre di più di digitale come meta turistica.

IL DIGITALE COME META

Se il “digitale” può essere uno spazio di incontro, di condivisione e di confronto, allora lo spazio digitale è una meta che può essere scelta, visitata e vissuta. Non si tratta tanto di esperienze sostitutive del turismo tradizionale (molte esperienze in questa direzione sono naufragate) quanto di attività propedeutiche oppure integrative alla visita. L’accesso ad un museo, l’anteprima di una mostra o addirittura l’accesso virtuale a beni artistici inavvicinabili in senso materiale, sono occasioni per scegliere una meta, per condividere quei contenuti con persone fisicamente lontane o per “portare a casa” un ricordo importante.
È un mondo nuovo, tutto da esplorare, che si allaccia e si intreccia alle attività di spettacolo e di eventi. Si possono pensare, in questa dimensione, narrazioni del tutto nuove, che si muovono nello spazio e nel tempo con grande libertà, e che possono essere sempre più ritagliate sulle preferenze e le curiosità del turista.
Un corollario di tutto questo è la mole incredibile di informazioni che la digitalizzazione mette a disposizione. Si possono ricostruire i comportamenti e i profili di una grande varietà di turisti, e impostare di conseguenza le proposte e i servizi. Si tratta di un processo che difficilmente un operatore può percorrere in autonomia. È necessaria l’integrazione di competenze molto diverse e spesso veicolate dall’iniziativa pubblica. In questo senso in Italia e nelle diverse regioni si può fare moltissimo per prepararci.

LA DIFFUSIONE DEL TURISMO

Smart working, intrattenimento digitale, relazioni a distanza, e-shopping… se è vero che il digitale è una grande opportunità, e ci aspettiamo in questo senso soluzioni sempre più semplici, rapide e integrate, dall’altra esiste una vera e propria nausea da schermo. I fili della rete che ci consentono di essere ovunque in qualsiasi momento si presentano anche come le maglie di una enorme gabbia dalla quale, di tanto in tanto, abbiamo bisogno di fuggire. Ecco che per farlo e per continuare a sentirsi al sicuro saremo sempre più disposti a scegliere mete insolite, poco frequentate e magari vicine.
Basta fare un passo fuori per sentirsi “altrove”.
È quello che sostengono il Mibact (Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo), insieme a Enit (Agenzia nazionale del Turismo) e a tante istituzioni dedicate al settore: la qualità del turismo cambierà. È il caso del turismo “ricco”, che potrà permettersi esperienze esclusive e isolate, ma anche di tanto turismo di prossimità, turismo religioso, culturale, ambientale o legato a passioni specifiche. Procida sarà la capitale della cultura nel 2022. Ha vinto questo titolo (con il finanziamento di un milione di euro) grazie al dossier “La cultura non isola”. La scelta del Mibact è un segnale chiaro della previsione di diffusione del turismo di cui abbiamo parlato. Si premia infatti una meta “minore” come dimensione, simbolo del turismo lento e dei piccoli borghi.
Parlare di opportunità in questi periodi bui è difficile ma anche necessario. Sono indicazioni importanti, che tanti operatori del turismo possono seguire, per prepararsi ad attirare e ad accogliere il turismo che tornerà.

Si tenta anche di impedire l’estensione linguistica

AGGIORNAMENTO, dicembre 2024: La nuova legge è stata approvata in dicembre 2023, (leggi qui l’articolo dedicato.)
Sulla definizione della professione di guida turistica è uscito il nuovo DDL 833: qui l’aggiornamento del 23/09/2023
Nessuna nuova, cattiva nuova: l’accesso alla professione di guida turistica resta bloccato in tutta Italia. Con una modifica del Testo unico del sistema turistico regionale (legge n. 86  del 20/12/2016) approvata il 22 dicembre 2020, la Regione Toscana ha prolungato la sospensione dei corsi e degli esami per guida turistica senza alcuna scadenza. Contestualmente però la modifica introduce, per le guide turistiche già abilitate, la possibilità di certificare il livello di conoscenza di una lingua straniera, e quindi l’estensione linguistica del patentino. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di ricostruire i passaggi che hanno portato a questa complicata situazione di blocco.

2013: LE GUIDE TURISTICHE DIVENTANO NAZIONALI (LEGGE EUROPEA N.97)

Fino al 2013 in Italia le guide turistiche avevano una competenza territoriale e una linguistica. Le guide avevano un patentino che le abilitava a volgere la professione in una specifica provincia e in una lingua straniera. Chi voleva operare in più di una provincia doveva superare un esame di estensione territoriale. Chi voleva operare in più lingue doveva superare un esame di estensione linguistica. La legge 97 ha sancito invece, per le guide turistiche abilitate ad esercitare la professione in altri Stati membri, il “regime di libera prestazione di servizi sul territorio nazionale senza necessità di ulteriori autorizzazioni o abilitazioni“. Questo significa che non solo una guida turistica abilitata può operare su tutto il territorio nazionale, ma anche negli altri stati europei. Negli anni seguenti, nonostante il quadro normativo europeo fosse cambiato in modo evidente, in Italia tutto è proseguito come niente fosse. Molte associazioni di guide premevano perché la nuova legge europea cambiasse. Il timore era quello della concorrenza internazionale, rispetto alla quale le guide italiane vantano una migliore preparazione territoriale. È evidente che in questo rinnovato quadro normativo la guida turistica non è più interpretata come la depositaria di un sapere localistico.
La nuova guida turistica è una figura professionale in grado di interpretare e illustrare contesti diversi, lasciando all’iniziativa personale di ogni guida l’opportunità di approfondire un territorio piuttosto che un altro.

2015: il decreto sui “siti di particolare interesse”

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che allora come oggi era retto dal Ministro Franceschini, aveva emesso nel 2015 un decreto che indicava un elenco di siti di interesse artistico su tutto il territorio italiano. In quei siti una guida avrebbe potuto operare solo con una specifica e ulteriore formazione. La definizione di quell’elenco fu oggetto di grandi discussioni, perché inizialmente si trattava di decine di migliaia di siti indicati dalle varie associazioni e istituzioni territoriali e alla fine si era arrivato a un elenco di 3187. Di fatto il decreto aggirava la nuova disposizione europea introducendo un nuovo vincolo territoriale all’operatività delle guide abilitate.

2017: la sentenza del TAR del Lazio

Le modalità di accesso a quei “siti di particolare interesse” tuttavia non sono mai state definite e attuate, perché nel febbraio del 2017 una sentenza del TAR del Lazio interviene per annullare il decreto ministeriale, indicando la violazione dei principi di uguaglianza e non discriminazione, di correttezza e buona amministrazione, di irretroattività della legge e di libera concorrenza.
A questa sentenza ne sono seguite altre in materia, dei tribunali amministrativi di diverse regioni, e tutte hanno ribadito il riferimento alla nuova legge europea e quindi alla figura di guida turistica nazionale e non territoriale.

2018: la guerra alle agenzie formative

Nella confusione generale c’è da ricordare che in Italia la formazione non è gestita a livello centrale, ma è demandata alle regioni. Questo significa che qualunque intervento legislativo centrale dovrebbe poi avere un conseguente adeguamento delle disposizioni regionali, con le differenze che si possono verificare da regione a regione. Avviene infatti che per ottenere una stessa qualifica professionale in alcune regioni si proceda con bandi di concorso e in altre con corsi di qualifica, o ancora con forme miste. Dal 2013 al 2018, in mancanza di un adeguamento della legge nazionale sulle guide turistiche, le diverse Regioni avevano continuato a formare e qualificare nuove guide con le stesse modalità, quelle legate alla preparazione territoriale. Queste nuove guide tuttavia, proprio come tutte le guide, sono oggi di fatto abilitate a lavorare in tutta Europa. Con questi presupposti nel 2018 è cominciata una protesta portata avanti da molte associazioni di guide che volevano impedire l’abilitazione di nuove guide. Si sono tenute manifestazioni e veri e propri picchetti di fronte alle agenzie in occasione delle sessioni d’esame. Si noti bene: le modalità di abilitazione contestate sono le stesse che hanno consentito alle stesse guide che hanno portato avanti la protesta di qualificarsi a loro volta.
Di fatto le istanze di queste associazioni vengono accolte, e ad una ad una tutte le Regioni interrompono i corsi e i concorsi per guida turistica.

2020: stallo totale

Nella Regione Toscana la sospensione dell’attività formativa per diventare guida turistica era stata disposta fino al 31 dicembre 2020, ma nel frattempo niente è intervenuto a livello nazionale. L’accesso alla professione di guida turistica resta bloccato da ben sette anni (2013-2020). La figura professionale della guida turistica nazionale non è stata definita, pertanto nessuna Regione può procedere a qualificare nuovi professionisti.
Ecco perché il 22 dicembre 2020 la Regione Toscana ha provveduto ad estendere la sospensione dell’accesso alla professione di guida turistica fino a data da destinarsi.
Con le stesse “Disposizioni transitorie per l’abilitazione alla professione di guida turistica” tuttavia è stata introdotta almeno la possibilità, per chi è già guida turistica, di procedere alla certificazione della conoscenza della lingua, e quindi all’estensione linguistica. Non contente del blocco totale ottenuto, alcune associazioni di guide turistiche si sono opposte anche a quest’ultimo piccolo provvedimento. È evidente l’intento di bloccare la possibilità di ottenere l’estensione linguistica anche in questo periodo, quando tanti professionisti potrebbero pensare di sfruttare la crisi come occasione per studiare e migliorarsi.

Il dibattito

La questione al centro del dibattito è la stessa da anni: con quali requisiti e in che modo ci si può qualificare guida turistica nazionale?
Alcuni vorrebbero che l’accesso fosse limitato a persone con laurea almeno triennale (ma la cosa sarebbe in contraddizione con la formazione di migliaia di guide “storiche”, che non hanno laurea), altri sperano in qualche nuovo escamotage per aggirare le disposizioni europee, altri ancora vogliono semplicemente procrastinare questo blocco il più a lungo possibile, in modo da limitare la concorrenza.
Il dibattito infatti è amico di chi ha una posizione di vantaggio competitivo, mentre è nemico dei giovani, delle nuove generazioni, ma anche di chiunque vorrebbe ripensarsi e intraprendere una nuova professione.
Tutte le parti politiche fanno un gran parlare di come la cultura, l’arte e il turismo siano tra le migliori risorse del nostro paese, eppure non si è stati in grado di intervenire in sette anni, e da più di due anni è del tutto impossibile diventare guida turistica. E così, nel migliore dei casi, le aspiranti guide finiscono per prendere la qualifica in altri paesi europei (con tutte le problematiche legate alla qualità dei percorsi formativi e alle difficoltà di spostamento del momento). Nei peggiori casi invece questo stallo va a incentivare l’abusivismo.
Dal momento che l’accesso alla professione di guida turistica resta bloccato tanti si orientano sulla qualifica di accompagnatore turistico. Si tratta di una professionalità ben diversa, ma è quanto di più utile per chi vuole cominciare a lavorare nel turismo.

Le prospettive

La soluzione è tutt’altro che vicina, dal momento che il tema non è nemmeno all’ordine del giorno dell’agenda politica nazionale. La soluzione tuttavia non potrà che passare dall’accettazione di questa nuova interpretazione della professione di guida turistica. Il blocco così protratto è una forma di protezionismo di una categoria che deve fare i conti con l’attualità e il futuro. Una professionalità infatti non si tutela limitando la crescita di altri professionisti, bensì alimentando la propria preparazione e l’aggiornamento. Quali che saranno le modalità di formazione e di selezione definite, la guida turistica nazionale dovrà dimostrare la propria conoscenza della storia, della storia dell’arte e della comunicazione linguistica per ottenere il patentino. Ma dovrà anche essere capace di contestualizzare sul territorio il proprio sapere, di mantenersi aggiornato sui contenuti ma anche sugli strumenti digitali che interverranno in modo sempre più potente anche in questo ambito. Quello della guida turistica infatti è un lavoro che più di ogni altro necessita di una vera formazione continua.
La nuova guida turistica nazionale dovrà interpretare il proprio ruolo senza temere la concorrenza dei colleghi nazionali o internazionali, e dovrà invece accettare la sfida di un mondo che cambia rapidamente.
Leggi anche: Guide turistiche: niente esami e corsi fino al 31 dicembre 2020 Guida Turistica e Accompagnatore Turistico

Prepararsi per ripartire: formarsi è guardare al futuro

All’inizio di luglio si è tenuto l’esame conclusivo della seconda edizione del Corso per Accompagnatore Turistico. L’esito è stato molto positivo, con la qualifica di 16 nuovi accompagnatori turistici. Questa edizione del corso era praticamente conclusa quando è intervenuta l’emergenza covid, e per questo l’esame era stato sospeso in data da destinarsi. È stato un peccato per molti dei corsisti che avevano avviato collaborazioni interessanti con le agenzie presso le quali avevano svolto il tirocinio.
Molte prospettive sono legate al turismo da e verso l’europa dell’est.
Ritrovarci in aula dopo tanti mesi è stata quindi un’occasione per raccogliere le loro impressioni, ed è stato bello scoprire come, nonostante questa battuta d’arresto, molti di loro siano positivi e pronti a praticare la professione. Le cose sono cambiate, e probabilmente anche gli operatori del turismo dovranno cambiare, stando ben attenti alle opportunità e alle richieste del nuovo mercato. Nonostante le difficoltà in effetti anche gli stage della terza e della quarta edizione del corso, tuttora in svolgimento, ci confermano che molti tour operator stanno tentando nuove strade, e sono interessati a programmare collaborazioni con nuovi accompagnatori turistici. Valeria ha avuto un’esperienza di stage che le ha permesso sia di fare attività di back office, con la progettazione dei tour, sia “sul campo”. Per lei le prospettive professionali sono molto positive: Nadia Ferrari ci ha raccontato qualcosa della sua esperienza presso Pennoni Autonoleggi: Vedi le testimonianze dei partecipanti alla prima edizione! E altre ancora!

Cosa è, cosa fa e come si diventa Guida Ambientale in Toscana e in Italia

Cosa è una Guida Ambientale?

La Guida Ambientale Escursionista è un profilo professionale inserito nel repertorio regionale e riconosciuto a livello europeo (III livello EQF – European Qualification Framework). L’ottenimento della Qualifica di Guida Ambientale Escursionista consente di ottenere il patentino, con il quale il professionista è abilitato ad operare su tutto il territorio europeo. In alcune regioni sono previste figure omologhe alla Guida Ambientale Escursionista, quali l’Accompagnatore di Media Montagna (AMM, Piemonte) o Accompagnatore di Territorio (ADT, Provincia Autonoma di Trento).

Cosa fa la Guida Ambientale Escursionista?

La Guida Ambientale Escursionista accompagna persone singole o gruppi di persone in aree di interesse ambientale. Effettua escursioni a piedi o in bicicletta (non con mezzi a motore), anche in zone innevate, assicurando la necessaria assistenza tecnica. Rientra nelle sue specifiche competenze l’illustrazione degli aspetti botanici, faunistici, antropologici e folkloristici del territorio. Operano specialmente in parchi e aree protette, ma più in generale in ambiente montano, collinare e in pianura, presso zone marittime e corsi d’acqua.

Con chi lavora la Guida Ambientale?

Le Guide Ambientali operano per lo più in autonomia, come liberi professionisti, ma spesso in collaborazione con agenzie turistiche e tour operator, associazioni e istituzioni scolastiche.
È molto importante il contributo delle Guide Ambientali nella progettazione e nello svolgimento di attività formative, educative, laboratoriali e divulgative sui temi della protezione paesaggistica, della sostenibilità ambientale e dell’ecologia.

Quali sono le figure professionali “confinanti” con l’attività della Guida Ambientale Escursionista?

Sotto il profilo tecnico le competenze della Guida Ambientale pongono un limite molto chiaro: la Guida Ambientale non utilizza attrezzature alpinistiche o da arrampicata. Pertanto i percorsi gestiti dalla Guida Ambientale non prevedono l’uso di corde e moschettoni. Quello infatti è l’ambito di competenza della Guida Alpina (per informazioni AGAI e CAI). La Guida Ambientale prevede poi tre tipi di specializzazione:
  • Escursionistica (che opera a piedi o in bicicletta)
  • Equestre
  • Subacquea
Per chi avesse conseguito la Qualifica di Guida Ambientale Escursionistica, i percorsi formativi per le altre specializzazioni prevedono il riconoscimento dei crediti formativi per tutte le materie comuni, e quindi un percorso formativo integrativo per ottenere le altre qualifiche. Altre e diverse specializzazioni possono interessare i professionisti abilitati, ma NON sono qualifiche riconosciute. Nel comparto del turismo poi la Guida Ambientale si affianca ad altre due figure professionali: l’Accompagnatore Turistico e la Guida Turistica. L’Accompagnatore Turistico svolge un ruolo soprattutto organizzativo, logistico e di accompagnamento dei gruppi, mentre la Guida Turistica è l’esperto in ambito storico-artistico e culturale, che illustra soprattutto le città, i musei e le zone di interesse storico e archeologico.
Da alcuni anni l’accesso alla professione di Guida Turistica è bloccato in tutta Italia per una complessa situazione burocratica e normativa (per approfondimenti leggi: Guide turistiche: niente esami e corsi fino al 31 dicembre 2020).

Come si OTTIENE IL PATENTINO DI Guida Ambientale?

L’ingrediente principale per svolgere con successo questa attività è una passione vera per l’ambiente e il trekking. Ma la passione non basta. In Italia il sistema della formazione professionale è in carico alle regioni. Questo significa che, per ottenere una stessa qualifica, si possono riscontrare delle differenze tra una regione e l’altra. In linea di massima comunque si accede alla professione partecipando a concorsi (molto rari in questo ambito) o a corsi di qualifica.
Le Agenzie Formative accreditate propongono corsi di formazione con un esame finale, presieduto da una commissione nominata dalla Regione di competenza, che rilascia la Qualifica.
Nella Regione Toscana è possibile accedere direttamente all’esame di qualifica come privatista, per chi è in possesso di uno sei seguenti titoli di studio: laurea in scienze geologiche, laurea in scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura, laurea in scienze biologiche, laurea in scienze e tecnologie agrarie e forestali, laurea in ingegneria per la tutela dell’ambiente e del territorio. Con l’ottenimento della Qualifica ci si può recare presso gli uffici del turismo della Provincia (in diverse regioni possono essere gestiti dalla Città Metropolitana o direttamente dalla Regione) e richiedere il Patentino che ha validità europea. La pratica è una semplice dichiarazione di inizio attività (SCIA). Ricordiamo che per ottenere il Patentino, oltre alla Qualifica, gli enti richiedono una certificazione medica dell’idoneità psico-fisica, che si può richiedere in molti centri medici specializzati.

Come si esercita l’attività di guida ambientale?

Quello descritto sopra è il percorso per ottenere l’abilitazione. Diversa poi è la strada da percorrere per esercitare con successo l’attività di Guida Ambientale. Si tratta infatti per lo più di un’attività da libero professionista, per la quale è necessario tessere una rete di collaborazioni estesa, pensare e curare la comunicazione e la promozione delle proprie attività, e un aggiornamento costante. È molto importante in questo senso l’attività delle diverse associazioni di guide ambientali che operano a livello regionale e nazionale (AGAE, AIGAE…), e che permettono di restare sempre informati e in contatto con i colleghi.
ATTENZIONE: molte persone confondono le associazioni sopra citate con gli enti di accreditamento (che invece sono le Regioni, tramite le agenzie formative accreditate). Spesso le associazioni svolgono anche attività formativa accreditata, ma l’ente di accreditamento è sempre la Regione.

Le Guide Ambientali in Italia

Fino a quindici anni fa la figura professionale della Guida Ambientale era estremamente rara e poco conosciuta. Le Guide Ambientali che svolgevano effettivamente a tempo pieno questa attività erano poche, e spesso operavano stagionalmente in Italia e in altri paesi e continenti.
Tre fattori sono intervenuti e hanno modificato il contesto culturale e quindi anche le opportunità in questo settore.
Il primo fattore sono gli interessi istituzionali e di mercato ad attrarre un turismo esperienziale, meno “toccata e fuga”. Non sempre i provvedimenti hanno inciso in questo senso, soprattutto nella salvaguardia e nel recupero della montagna. I molte regioni però la qualità del turismo è molto cambiata. In secondo luogo è cambiata la sensibilità rispetto ai temi ambientali e ecologisti. Se venti anni fa la difesa dell’ambiente era un tema appannaggio di un ristretto gruppo di “militanti”, oggi invece questo argomento entra necessariamente in ogni settore: la scuola, l’industria, le istituzioni etc… Infine ci sono le opportunità offerte dalla digitalizzazione, e dalla maggiore facilità con la quale possono nascere gruppi di interesse comune nel quale vivere le proprie passioni. Questi tre elementi hanno permesso a tante persone di avviare l’attività di Guida Ambientale. Nonostante la crisi, oggi ci sono nuove prospettive interessanti (per approfondimenti leggi: Turismo di prossimità: un’opportunità per le guide ambientali).

Le Guide Ambientali in Toscana

Ad oggi nei registri della Regione Toscana risultano circa 1300 le Guide Ambientali (Escursioniste, Equestri e Subacquee) attive. Si tratta di una cifra ben lontana dalle diverse migliaia di Guide Turistiche e Accompagnatori nella stessa regione, ma è un numero che restituisce comunque la portata di un ambito professionale in forte crescita.

Il nostro Corso di Guida Ambientale

Con il Corso per Guida Ambientale il catalogo formativo di Kleis Formazione completa la preparazione per le principali figure professionali del settore turistico. Il Corso per Guida Ambientale prevede 480 ore di formazione in aula (in parte con sessioni sincrone online nel periodo di distanziamento e in parte con escursioni), 40 ore di FAD (formazione a distanza asincrona), 80 ore di tirocinio e l’esame finale di Qualifica. Si tratta di un’esperienza molto coinvolgente, che prevede molte ore di formazione sul campo. Sono programmate escursioni brevi e lunghe, durante le quali sarà possibile effettuare prove pratiche di orientamento, di primo soccorso e di illustrazione del territorio. Riserviamo grande attenzione a tutti quegli aspetti promozionali, di web e di self marketing, necessari prima per avviare la professione, e poi per farla crescere.
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Qualche luce in fondo al tunnel della crisi

Una volta finite le lacrime gli operatori del turismo si sono messi al lavoro su quello che è possibile fare. Poco, per la verità. Perché le restrizioni sono tante e alla paura sanitaria si è aggiunta quella economica. Eppure qualcosa si sta muovendo, lo chiamano turismo di prossimità, e può essere un’opportunità soprattutto per le guide ambientali.
«Viaggiare non ritornerà mai e poi mai quello che era prima della COVID» (Brian Chesky, fondatore di Airbnb)
Sul settore turistico la tempesta si è abbattuta in modo più feroce che in altri settori, perché ha colpito proprio quando la stagione stava per cominciare.  Ci sono state conseguenze immediate, ma ci sono anche conseguenze di lungo periodo. Brian Chesky, amministratore delegato e fondatore di Airbnb, in una recente intervista ha dichiarato: «Viaggiare non ritornerà mai e poi mai quello che era prima della COVID». Oggi le persone hanno paura a prendere un aereo o a recarsi in una grande metropoli. Questa paura specifica prima o dopo sarà dimenticata, ma nel frattempo avremo imparato qualcosa di nuovo, e quel qualcosa resterà. Avremo imparato, per esempio, che non è necessario prendere un aereo per partecipare ad un convegno, e che una riunione può essere perfino più efficace se svolta online. Ma avremo anche imparato che non è necessario percorrere migliaia di chilometri per andare “altrove”, e che ci sono angoli di paradiso a pochi minuti da casa.

IL TURISMO DI PROSSIMITà

Quello che era un piccolo luogo comune adesso diventa una necessità concreta: scoprire o ri-scoprire quello che abbiamo vicino. Lo dice Brian Chesky, ma lo dicono anche decine di testate giornalistiche. Infatti le agenzie turistiche e le strutture ricettive si muovono in questo senso. Si moltiplicano i gruppi di interesse locale, gli amici che si ritrovano per una visita guidata presso siti poco frequentati dai grandi flussi turistici, eppure capaci di riservare ai visitatori momenti di estasi contemplativa. Tanto meglio se queste attività si possono svolgere all’aperto, in giardini e parchi naturali. È quello che viene chiamato “turismo di prossimità” Ecco allora che fanno capolino le guide ambientali. Questa figura professionale che, fino a pochi anni fa, era pressoché ignorata dai circuiti turistici. Era una qualifica, quella della guida ambientale, che affascinava tutti gli appassionati di escursionismo, ma che raramente poteva trasformarsi in una professione vera e propria.
Già prima dell’epidemia il turismo era cambiato, e cresceva il pubblico in cerca di esperienze, a discapito del turismo “mordi e fuggi”. Il momento non è felice nemmeno per le guide ambientali, che hanno visto cancellate tutte le iniziative in programma per la stagione. Tuttavia, in prospettiva, questo mutamento forzato delle abitudini può rappresentare una nuova occasione di crescita per questo tipo di attività.

Turismo di prossimità: un’opportunità per le guide ambientali

Ovviamente non basta la qualifica. Sono necessarie idee fresche, sistemi territoriali integrati per l’accoglienza e la capacità di saper raccontare la ricchezza di certi luoghi e di certe esperienze, ma la guida ambientale, che era una figura professionale misconosciuta e “marginale” nel quadro degli operatori del turismo, rischia di diventare un soggetto trainante del nuovo turismo di prossimità.
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Le misure straordinarie di sostegno al reddito e il settore turistico

C’è chi le chiama elemosine, chi sostegno, chi potenza di fuoco, chi trappole. Come sempre, quando bisogna giudicare una decisione politica, si entra nel campo della soggettività. Tuttavia, è bene fare un po’ di chiarezza sulle misure di sostegno al reddito introdotte in via straordinaria dal Governo. Sono i primi provvedimenti attuati per fronteggiare la crisi di liquidità che attanaglia lavoratori autonomi, collaboratori a progetto e aziende, in questo momento di emergenza Covid-19.
Le linee di azione concertate, sono essenzialmente due: sostegno ai redditi, e finanziamenti a tassi agevolati con garanzia dello Stato. Vediamo nel dettaglio la prima misura, per capire a chi è rivolta, chi resta escluso, come si accede e i documenti necessari.
E nell’universo dei lavoratori del turismo, sia per le professioni turistiche in senso stretto (Guida turistica, Guida Ambientale Escursionistica, Accompagnatore turistico, Guida alpina e Maestro di sci) sia per quelle indotte dal settore dell’economia italiana in questo momento più penalizzato, ci sono tanti aspetti da chiarire. Ma andiamo con ordine. I sostegni al reddito cui le professioni turistiche potranno accedere, passano obbligatoriamente attraverso la contribuzione Inps e relativi regimi di gestione separata. Non essendo, queste professioni, titolari di Ordini professionali e quindi non soggetti a casse di previdenza di categoria (come accade invece per esempio per avvocati, geometri, giornalisti, medici, ecc.) bisogna necessariamente informarsi con l’istituto di previdenza sulla situazione contributiva aggiornata al 23 febbraio 2020, data di inizio ufficiale dello “stato di emergenza”.

BONUS STRAORDINARIO INPS

Dal giorno 1 aprile 2020 è possibile richiedere i bonus 600 Euro per i lavoratori autonomi e con Partita Iva (qualsiasi tipo di regime di liquidazione), lavoratori parasubordinati, stagionali, agricoli, dello spettacolo e collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.)
La condizione per avere diritto al sussidio, è che questi lavoratori siano iscritti, al 23 febbraio 2020, alla gestione separata inps. In caso di iscrizione al regime ordinario, le domande non verranno accettate in quanto mancanti del requisito fondamentale.
Le domande si presentano all’INPS e non è previsto l’ordine cronologico per la presentazione. Si accede attraverso il sito www.inps.it e possedere le credenziali (identità e password) per entrare nella sezione (in home page è bene indicata) in cui compilare il modulo online.
È importante, ai fini del buon esito della richiesta, stampare o conservare la ricevuta che viene emessa dopo qualche istante.
Le agevolazioni non concorrono alla formazione del reddito e non sono cumulabili. Inoltre, per il periodo di fruizione delle indennità Inps, non sono riconosciuti l’accredito di contribuzione figurativa e il diritto all’assegno per il nucleo familiare. Questi aiuti straordinari sono rivolti a chi sta subendo perdite o mancati introiti a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del contagio da COVID-19. Per effettuare il login sul portale Inps serve il proprio codice fiscale e una delle seguenti 4 credenziali: – PIN rilasciato dall’Inps (sia ordinario sia dispositivo); – SPID di livello 2 o superiore; – Carta di identità elettronica 3.0 (CIE); – Carta nazionale dei servizi (CNS). Nel caso si possieda un PIN con password scaduta o smarrita, sul sito web dell’Inps è disponibile la funzione di recupero del PIN (facendo clic su “Assistenza” in alto a sinistra e poi su “Ottenere e gestire il PIN”). Chi non possiede neanche una delle 4 credenziali può accedere ai servizi del portale Inps in modo semplificato, richiedendo il PIN dell’Inps e inserendo solo la prima parte (i primi 8 caratteri). Vi ricordiamo che il PIN (Personal Identification Number) è un codice identificativo personale, composto da 16 caratteri, che consente l’accesso ai servizi online dell’Inps. Viene inviato in 2 tranche, per motivi di sicurezza: una prima parte tramite SMS, e-mail o Posta Elettronica Certificata (PEC), e una seconda parte a mezzo posta ordinaria, all’indirizzo di residenza. Definita e chiarita questa parte burocratico-amministrativa, è bene specificare che questo bonus NON SI APPLICA AI LAVORATORI CHE SVOLGONO PRESTAZIONI OCCASIONALI CON RITENUTA DI ACCONTO IRPEF DEL 20% PER SOGGETTI SOSTITUTI DI IMPOSTA (agenzie, servizi turistici generali e specifici, altre professioni turistiche).
Insomma, una misura che, nel settore turistico, compie delle “discriminazioni” e selezioni naturali in linea con le tendenze contrattuali degli ultimi anni.
E’ pur vero che, specialmente tra le guide turistiche e le guide ambientali, molti professionisti sono in possesso di Partita Iva col regime forfettario e qualcuno col regime ordinario. È altrettanto vero però, che la grande maggioranza di operatori più o meno qualificati opera con notula, fornendo quindi prestazioni occasionali senza tutela previdenziale, e quindi senza maturare questo diritto all’una tantum.

CONSIDERAZIONI

Queste 600 euro non sono di certo la panacea dei mali. Le perdite di lavoro e di introiti che penalizzeranno il settore turistico da qui ai mesi a venire sono disastrose, e mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa delle attività. Magari, per qualcuno che opera in via residuale come professionista del turismo (“per arrotondare”) potrebbe essere un’entrata suppletiva. Per il resto, al momento, si conferma anche in emergenza quel “limbo” che da tanto tempo viene riservato ai lavoratori occasionali. Come pure resta evidente la discriminazione tra dipendenti pubblici e dipendenti privati, questi ultimi poi divisi in tre “gironi” infernali che sono composti da titolari di Partite Iva (quindi aziende a tutti gli effetti), dipendenti subordinati e parasubordinati, e gli ultimi, per l’appunto gli occasionali.
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La nuova figura professionale di Accompagnatore Turistico

La Regione Toscana ha ridefinito le competenze dell’Accompagnatore Turistico. Le prime persone qualificate hanno cominciato l’attività già nel 2019. Il percorso formativo è stato molto abbreviato rispetto al precedente (siamo passati addirittura da 900 a 300 ore complessive!). Questa nuova configurazione ha messo a fuoco le peculiarità dell’Accompagnatore, differenziandolo in modo ancora più evidente dalla Guida Turistica, e concentrando maggiormente i contenuti sugli aspetti organizzativi del tour, sulla comunicazione e sulla gestione delle dinamiche del gruppo. Questo nuovo percorso formativo permette di concentrare l’investimento di tempo e di risorse per qualificarsi, ma allo stesso tempo richiede alle agenzie formative di riformulare ampiamente i contenuti formativi.
Molti contenuti in poco tempo!
Perché, come riportato nella descrizione della figura professionale, l’accompagnatore deve “essere in grado di accompagnare nella visita a luoghi e località turistiche ed essere in grado di fornire informazioni di interesse turistico sulle zone di transito”. Quindi non ci concentriamo molto sulla nozione specifica, legata al singolo territorio, ma sugli strumenti necessari per interpretare e divulgare tanti territori e contesti diversi. Facciamo un piccolo esempio con il modulo di storia, in cui il docente Alessio Pisani dedica una parte della lezione a un focus sulla toponomastica romana, che fornirà ai partecipanti gli strumenti per poter riconoscere e contestualizzare i luoghi nei quali si troveranno a lavorare.

Cos’è la toponomastica?

La toponomastica è la parte della linguistica che si occupa dello studio dei nomi di luogo sul piano geografico e storico. Nel brevissimo video l’introduzione al tema:

I dati del 2018 confermano i trend positivi, e aumentano le richieste di operatori qualificati

Secondo quanto riportato dall’Ente Nazionale Italiano per il Turismo (ENIT), nel 2018 le presenze in Italia hanno superato quelle della Francia. Sono 41,7 i miliardi di euro di spesa rilevata da parte dei turisti, per un settore che cresce in tutti i suoi ambiti (enogastronomia, turismo balneare, montagna etc…). Grazie alla banca dati sul turismo della Regione Toscana abbiamo potuto aggiornare i contenuti nella nostra indagine sulla nuova figura professionale dell’Accompagnatore Turistico, che potete trovare cliccando qui. La rilevazione degli arrivi in ogni comune della Toscana rispecchia i dati nazionali e conferma la crescita del turismo in ogni provincia, con Arezzo e Siena che conservano l’incremento del 2017, e Pisa che cresce notevolmente. Il turismo in Toscana cresce ormai da anni, anche se il lieve decremento complessivo della crescita fa pensare, per il 2019-20, a una ulteriore stabilizzazione del mercato.
Il turismo si conferma comunque uno dei pochi settori in controtendenza, e un ambito che offre ampie opportunità lavorative a tante figure professionali nell’ambito della ricezione turistica, nell’ambito degli eventi e in quello museale, nonché a tutti gli operatori delle agenzie, alle guide e agli accompagnatori turistici.
Ecco l’andamento aggiornato al 2018:  

I racconti dei partecipanti alla prima edizione del corso di Accompagnatore Turistico

La figura professionale dell’accompagnatore turistico è stata aggiornata dalla Regione Toscana alla fine del 2018. La prima edizione del nuovo corso da 300 ore si è conclusa a giugno 2019, con la partecipazione di 16 persone provenienti da regioni diverse. Nuovi Accompagnatori Turistici crescono! Nuova sede, nuovi docenti, nuova struttura didattica e nuova rete di strutture per gli stage. Il corso si conclude con l’esame di qualifica, che si svolge sempre presso la sede delle lezioni, con la commissione d’esame nominata dalla Regione Toscana. E bello per noi ricevere dai partecipanti indicazioni preziose per migliorare sempre le nostre lezioni, ma anche raccogliere i complimenti e i racconti incoraggianti sulle prospettive lavorative. Ecco le video-testimonianze di Alberto, Ilaria, Michael, Romina e Milagros.
Vogliamo ringraziare tutti i docenti e i partecipanti per la collaborazione, e un grande in bocca al lupo per l’esame e per il lavoro!
Alberto Percorai è passato a raccontarci la sua esperienza. Appena lo abbiamo conosciuto eravamo certi che questa fosse la strada giusta per lui, amante delle lingue straniere e del contatto con persone e ambienti nuovi.
Ilaria, Michael e Romina ci raccontano qualcosa:
E anche Milagros: