Il settore amministrativo non rallenta, ma si evolve

La crisi economica non colpisce in modo indiscriminato ogni settore. L’attività degli studi commerciali e più in generale l’attività amministrativo-contabile non subisce rallentamenti, è uno dei settori (insieme al settore socio-sanitario, quello alimentare e a tutti i servizi digitali) che continua ad offrire maggiori opportunità lavorative. Cambia però l’approccio al lavoro, vediamo come.

Impariamo a lavorare “smart”

Il nuovo Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista rilasciata a RCS Academy, ha parlato di “trampolino del dolore”, in riferimento alla possibilità di mettere a frutto le poche cose positive che questa situazione di distanziamento ha fatto emergere. Una su tutte è il ricorso massiccio allo smart working. Secondo un’analisi di Bankitalia nel 2020 il ricorso al “lavoro agile” è più che decuplicato, anche e soprattutto nella PA, storicamente lenta in ogni processo di digitalizzazione.
I lavoratori “smart” ottengono risultati analoghi se non migliori di quelli in ufficio, la qualità della vita migliora, la sostenibilità ambientale migliora e l’inclusione altrettanto.
Certo, il lavoro agile porta con sé nuovi pericoli, su tutti l’iperconnessione (il rischio di essere connessi e in qualche modo “dosponibili” in qualsiasi orario) e l’isolamento sociale, ma sono pericoli rispetto ai quali potremo adottare nuove difese e migliori abitudini.

Telelavoro VS Smart Working

Lo chiamiamo “smart working” e non telelavoro. Non si tratta solo di una differenza lessicale, ma di un diverso approccio al lavoro. Riprendendo una riflessione di Francesca Maniscalco possiamo parlare di “cambiamento di paradigma”.
Il telelavoro consiste perlopiù nello spostamento della sede di lavoro. È una forma contrattuale, è regolamentato da una sua propria normativa e non prevede grandi cambiamenti nell’organizzazione generale dell’azienda.
Lo smart working, invece, è una modalità organizzativa del lavoro che permette di attivare nuove forme di flessibilità e autonomia sia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti per lo svolgimento ottimale della propria attività lavorativa; sia nel metodo con cui si intende raggiungere l’obiettivo organizzativo. È un vero e proprio salto di paradigma: dal modello organizzativo tradizionale si passa ai più moderni e meno diffusi modelli adhocratici (dal latino ad hoc: appropriato, adatto allo scopo). Autonomia, flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio. Lavorare con modalità “Agile” significa, pertanto, pensare e agire per obiettivi, sapendo pianificare e programmare le proprie giornate in modo da garantire i risultati attesi anche in assenza di controllo.
Il grande “esperimento sociale” forzato dalla pandemia produce in molte organizzazioni un radicale cambiamento nella cultura organizzativa, ed è facile immaginare che questa evoluzione costituirà una sorta di “anticorpi” organizzativi per far fronte a qualsiasi tipo di futura crisi o minaccia organizzativa.

In sostanza lo smart working ci insegna a lavorare per obiettivi, che sia in ufficio o in casa.

Se questo tipo di transizione è difficile per chi ha consolidato certe abitudini professionali, ancora di più lo è per chi deve affacciarsi a un nuovo lavoro.

CONTABILITà E SMART WORKING

La crisi per il momento non rallenta le attività amministrative e contabili, che anzi vedono moltiplicare le pratiche a le urgenze. Ma chi si approccia oggi a questo tipo di mansioni dovrà mostrare, oltre alle competenze specifiche del settore, una più generale attitudine al lavoro “smart”: autonomia, gestione delle informazioni, competenze informatiche, capacità communicative etc…
Qualsiasi percorso formativo dovrà quindi fare i conti con queste competenze trasversali, che se prima costituivano elementi di vantaggio del lavoratore, è probabile che diventeranno condizioni indispensabili per lavorare.